SUL LASCIARE ANDARE...
Se una persona potesse controllare i propri contenuti mentali e decidere di modificarli a proprio piacimento forse la vita sarebbe più facile. Anche gli psicologi per un certo tempo hanno puntato allo studio del controllo cognitivo delle emozioni come chiave per il benessere. Ma controllare le emozioni è veramente possibile e soprattutto utile?
Se, come hanno fatto prima di me Wenzlaff & Wegner (2000), vi chiedo di "non pensare all'orso bianco"...certamente avete pensato proprio ad un orso bianco. Questo effetto ironico del tentativo di reprimere contenuti mentali è attribuibile alla presenza di due processi che agiscono in parallelo: da una parte, un processo volontario che promuove la soppressione del contenuto indesiderato; dall’altra, un processo di monitoraggio che agisce automaticamente, con lo scopo di identificare i fallimenti del primo processo. A causa del processo di monitoraggio, il contenuto mentale da sopprimere e i modelli ad esso associati rimangono in un certo modo attivi, promuovendo il rafforzamento dei legami associativi. Ciò rende la loro repressione da parte del processo volontario inefficace nel lungo termine.
Esempi degli effetti paradossali del controllo cognitivo sono evidenti in numerose forme di sofferenza psicologica: la ruminazione di pensieri negativi indesiderati è un sintomo comune nella depressione, l’intrusione di ricordi traumatici è un sintomo del disturbo post-traumatico da stress, e gli effetti paradossali sono componenti centrali nei pensieri intrusivi che affiggono i pazienti affetti da disturbo ossessivo-compulsivo (“avrò spento la luce prima di uscire da casa?”).
Qual è l’alternativa? Il consiglio che emerge dalle ricerche più recenti è quello di lasciare andare. Lo studio degli effetti benefici della pratica di svariate forme di meditazione, come la mindfulness, mettono in luce come l’accettazione, l'atteggiamento non giudicante, l’osservazione (senza azione) dei contenuti mentali, siamo modalità di approccio al mondo che favoriscono il benessere. Stando alle evidenze scientifiche, gli effetti del lasciare andare sembrano essere superiori rispetto a quelli di qualsiasi strategia finalizzate a ridurre, modificare, controllare le risposte emozionali che si generano dentro di noi in risposta agli eventi della nei quali ci imbattiamo nella nostra vita quotidiana.
Avete già in mente cosa potreste lasciare andare? Vi sentite già più leggeri? 😏 FONTI SCIENTIFICHE: Wenzlaff, R. M., & Wegner, D. M. (2000). Thought suppression. Annual Review of Psychology, 51, 59-91. doi:10.1146/annurev.psych.51.1.59
Liverant, G. I., Brown, T. A., Barlow, D. H., & Roemer, L. (2008). Emotion regulation in unipolar depression: The effects of acceptance and suppression of subjective emotional experience on the intensity and duration of sadness and negative affect. Behaviour research and therapy, 46(11), 1201-1209.
Campbell-Sills, L., Barlow, D. H., Brown, T. A., & Hofmann, S. G. (2006). Effects of suppression and acceptance on emotional responses of individuals with anxiety and mood disorders. Behaviour research and therapy, 44(9), 1251-1263.