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Il Copione: da che parte stai portando la tua vita?

Secondo il modello dell’Analisi Transazionale, in alcune circostanze non ci comportiamo seguendo ciò che veramente vorremmo essere, ma in modo automatico mettiamo in atto comportamenti che ci portano in direzioni diverse da quelle che per noi sarebbero positive. In questo casi, si dice che la persona segue un Copione, ovvero “un piano di vita [inconscio] che si basa su di una decisione presa durante l’infanzia, rinforzata dai genitori, giustificata dagli avvenimenti successivi, e che culmina in una scelta decisiva” (Berne, 1972, p.272). Quando siamo nel copione tendiamo a ricreare modalità relazionali simili a quelle vissute nella nostra infanzia e a stimolare nell’altro reazioni simili a quelle che caratterizzavano le nostre relazioni infantili. Così accade, per fare degli esempi, che alcune persone si ritrovino ripetutamente all’interno di relazioni nelle quali vengono maltrattate, o nelle quali alcuni loro bisogni vengono costantemente negati. Perché ciò accade?

Quando veniamo al mondo ci troviamo in una condizione di completa dipendenza dalle nostre figure genitoriali (un neonato senza un genitore che si occupa di lui non può sopravvivere). In questa condizione di estrema dipendenza, il bambino si trova nella condizione di dover fare delle valutazioni e preparare piani futuri per organizzare il proprio comportamento. A tal fine, già in età precoce, costruisce delle rappresentazioni rispetto a ciò che è bene e ciò che è male, cosa è utile per la sua sopravvivenza e cosa non lo è. Sulla base di queste convinzioni precoci, il bambino prende delle decisioni su come sia meglio comportarsi.

In questa condizione di estrema vulnerabilità, tali decisioni sono fortemente influenzate dai messaggi che il bambino riceve dalla figure di accudimento, i quali vanno a costituire la matrice di copione (Steiner, 1971; Steiner, 1974). Questi messaggi possono essere di diversa natura e avere un peso più o meno determinante sul copione della persona. Le ingiunzioni sono dei messaggi limitanti molto potenti che, almeno nella loro forma originaria, si trasmettono in forma non-verbale. Sebbene le ingiunzioni possano essere infinite, i Goulding (1979) ne hanno individuato un certo numero che si riscontrano con frequenza nella pratica clinica: Non Esistere, Non Sentire (fisicamente e/o emotivamente), Non Essere Te Stesso, Non Essere Bambino, Non Essere Intimo, Non, Non Crescere, Non farcela (Non Riuscire), Non Essere Importante, Non Pensare, Non Appartenere, Non Fidarti, Non Essere Sano. Per fare un esempio, un bambino che ha ricevuto l’ingiunzione “Non farcela”, più probabilmente andrà incontro a fallimenti ripetuti nel corso della sua vita, oppure un bambino che ha ricevuto l’ingiunzione “Non essere intimo” avrà difficoltà ad esprimersi apertamente ed essere spontaneo nelle relazioni con gli altri.

Le contro-ingiunzioni sono messaggi dati in forma più esplicita dai genitori e vanno a costituire l’insieme di decisioni prese dal bambino per adeguarsi alle ingiunzioni. Esse si formano più avanti nel corso dello sviluppo, quando il bambino ha sviluppato le capacità cognitive alla base del linguaggio, infatti, a differenza delle ingiunzioni sono di natura verbale. Secondo Kahler (1974) le Contro-ingiunzioni si possono osservare nella loro manifestazione comportamentale sotto forma di “spinte”, e ne descrive 5 tipi principali: Dacci Dentro (o Sforzati), Spicciati (o Sbrigati), Sii Perfetto, Sii Forte, Compiaci. Ad esempio, potrebbe accadere che un bambino abbia la spinta “Sforzati” che utilizza per contrastare l’ingiunzione “Non essere importante”, in questo modo quella persona se si sforzerà abbastanza potrà sentire di avere valore, mentre se quando non riuscirà a sforzarsi sentirà di non avere alcun valore, quindi ad esempio lavorerà tantissime ore al giorno per poter sentire di avere valore.

Nel corso dello sviluppo si sviluppano competenze cognitive ed emozionali sempre più elevate, che consentono alla persona di crearsi rappresentazioni semantiche più complesse, e di conseguenza di acquisire comportamenti più flessibili e funzionali l’adattamento all’ambiente. Tuttavia, anche gli individui adulti, quando si trovano ad affrontare situazioni stressanti, oppure situazioni che richiamano alla loro memoria (anche implicita) episodi non risolti del passato, possono riproporre nel presente comportamenti basati su rappresentazioni arcaiche, nonostante queste conducano a conseguenze negative per il loro benessere. Inoltre, per sua natura, il copione tenda a auto-riconfermare le convinzioni arcaiche sulle quali di basa, poiché la messa in atto del copione rappresenta al tempo stesso una ripetizione del passato ma anche un’opportunità di cambiamento delle convinzioni copionali (Novellino, 2010). Nella terapia, la matrice di copione può essere portata alla luce attraverso accurati processi di diagnosi storica, ricostruendo i vissuti del paziente nella sua infanzia, e attraverso la diagnosi fenomenologica, osservando i comportamenti copionali del paziente nel qui-ed-ora.

Nel corso dello sviluppo si sviluppano competenze cognitive ed emozionali sempre più elevate, che consentono alla persona di crearsi rappresentazioni semantiche più complesse, e di conseguenza di acquisire comportamenti più flessibili e funzionali l’adattamento all’ambiente. Tuttavia, anche gli individui adulti, quando si trovano ad affrontare situazioni stressanti, oppure situazioni che richiamano alla loro memoria (anche implicita) episodi non risolti del passato, possono riproporre nel presente comportamenti basati su rappresentazioni arcaiche, nonostante queste conducano a conseguenze negative per il loro benessere. Inoltre, per sua natura, il copione tende a auto-riconfermare le convinzioni arcaiche sulle quali di basa, poiché la messa in atto del copione rappresenta al tempo stesso una ripetizione del passato ma anche un’opportunità di cambiamento delle convinzioni copionali (Novellino, 2010). Nella terapia, la matrice di copione può essere portata alla luce attraverso accurati processi di diagnosi storica, ricostruendo i vissuti del paziente nella sua infanzia, e attraverso la diagnosi fenomenologica, osservando i comportamenti copionali del paziente nel qui-ed-ora.

Bibliografia

Berne, E. (1961). Tr. It, Analisi Transazionale e Psicoterapia, Astrolabio, Roma 1971.

Goulding, M. & Goulding, R. (1979): Changing Lives Through Redecision Therapy. Grove Press, California.

Kahler, T., & Capers, H. (1974). The miniscript. Transactional Analysis Journal, 4 (1), 26-43.

Novellino, M. (2010). Seminari Clinici: La Cassetta degli Attrezzi dell’Analista

Transazionale. Milano: Franco Angeli.

Steiner, C. (1974). Scripts people live. The analysis of life scripts. Grove Press, New York.

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